Serena Vitale “Il bottone di Puskin”

Quali furono le reali ragioni che indussero Aleksandr Puskin, dominatore della letteratura russa dei primi decenni dell’800, a sfidare a duello un gaudente tenentino francese, trovando la morte nel 1837, a soli 38 anni, lasciando in lacrime una intera, vastissima, nazione? Fu solo la gelosia folle per la bellissima moglie? O il furore provocato da una vile lettera anonima recapitata in molti esemplari che lo dileggiava dandogli senza troppi giri di parole del cornuto? E chi fu/furono l’autore/i di tale lettera? In quali passaggi e tappe si svolsero i fatti?

Serena Vitale, in questo volume pubblicato nel 1995, racconta la vicenda tramite una inesausta e minuziosa ricostruzione che si avvale soprattutto dei documenti, in massima parte epistolari, del tempo.

Ma il libro, per fortuna, non è solo questo, perché la narrazione del fatto offre a S. V. il destro per una descrizione della vita di Corte e soprattutto letteraria del tempo, marcata dalla fitta proliferazione di una serie di assoluti geni letterari, che credo non sia paragonabile ad alcuna altra epoca umana.

Ovviamente un libro del genere non solo non lo si improvvisa, ma non può che essere il frutto di una vita intera dedicata allo studio della letteratura e della società del tempo, quale quella spesa da Serena Vitale, slavista e a lungo cattedratica di lingua e letteratura russa.

Vitale coglie anche l’occasione per descrivere plasticamente il passionale e furibondo carattere russo, di cui Puskin fu un emblematico rappresentante.

Il libro è impegnativo e consistente, talora appesantito da una eccessiva ricerca del dettaglio, e solo a chi nutre un grande interesse per l’argomento può essersene consigliata la lettura.

Poronga

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