Fëdor Dostoevskij “I demoni”

Di questa lontana lettura di gioventù non ricordavo quasi nulla, salvo che mi era sembrato il romanzo decisamente meno riuscito della celebre quadrilogia dostoevskijana. Devo dire che la rilettura conferma questo giudizio.

L’inconfondibile impronta dell’autore c’è in pieno nel raccontare una storia maledetta della quale sono protagonisti alcuni esponenti del nichilismo rivoluzionario russo della seconda metà dell’ottocento, così come puntualmente presenti sono alcune figure tipiche del Nostro: l’imprevedibile, furibondo, amorale Nikolaj Vsevolodovič, il freddo, untuoso  e spietato Pëtr Stepanovič, il lezioso, inetto e melodrammatico Stepan Trofimovič, la imperiosa ma giusta matrona Varvara Petrovna, la bella e passionale Liza Nokolaevna, capace di improvvise follie, l’ex ufficiale e ubriacone Lebiadkin, il maneggione Liputin, la povera, dolce e sacrificale Mar’ja Timofeevna dal destino segnato.

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Fëdor Dostoevskij “Il coccodrillo”

In questo racconto, neppure terminato ma che vale assolutamente la pena di leggere, Dostoevskij dà prova della sua vis comica e surreale.

Il 13 gennaio 1865 Ivan Matveič, un modesto quanto borioso funzionario della complicatissima burocrazia zarista, va a visitare in compagnia della moglie, Elena Ivanovna, giovane, graziosa e un po’ scervellata, e di un  amico, un padiglione messo in piedi da un esilarante avventuriero tedesco, che esibisce oltre ad alcune spelacchiate scimmie un gigantesco coccodrillo richiuso in uno scatolone di latta.

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Fëdor Dostoevskij “Delitto e castigo”

Rodiòn Romànovič Raskolnikov, ventunenne ex studente di giurisprudenza che non ha avuto la possibilità di terminare i corsi “a causa delle circostanze”, è un ragazzo nobile d’animo, capace di gesti di inconcepibile generosità ed eroico altruismo, ma nel cui animo “si era già accumulato tanto amaro disprezzo“. Dominato dal disgusto e da un sentimento di angoscia per le brutture del mondo, è diventato “cupo, tetro, altero e superbo”.

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Fëdor Dostoevskij “L’adolescente”

Dei grandi romanzi di D. questo è il meno noto e ho scoperto che la ragione c’è, essendo di gran lunga il meno riuscito.

Arkadij Dologorukij, il protagonista, è il figlio illegittimo del possidente Andrej Versilov, un uomo dalla doppia personalità, talora mite ed empatico, talaltra prepotente ed amorale, e di Sofia Andreevna, donna mite e rassegnata, sedotta da Versilov , ma che mai perderà il rapporto con il marito, Makar Ivanovic, che simboleggia l’umiltà, bontà e semplice quanto profonda saggezza del popolo russo.

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Fëdor Dostoevskij  “L’idiota”

idiotaicona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-asino2Questo fu il primo dei grandi romanzi russi che lessi molti anni fa, e di cui ricordavo solo che si trattava di un libro memorabile e poco altro. Rileggerlo ora, quasi fosse la prima volta,  è stato bellissimo.

Quello che mi impressiona di più non è tanto la qualità della scrittura di Dostoevskij, peraltro di altissimo livello (anche se secondo me, ad esempio, Tolstoj o Gončarov , pur con tutte le incognite della traduzione, scrivono meglio), quanto la quasi sovrumana  potenza delle scrittura. E qui Dostoevskij è veramente ineguagliabile. Continua a leggere

Fedor Dostoevskij “Delitto e castigo”

dost.jpgÈ solo il primo libro e già hai raggiunto il tuo obiettivo, mio caro Fëdor: dilaniarmi. Raskol’nikov reietto dall’Università, dalla famiglia, dalla società. Raskol’nikov reietto da sé stesso: tradito, usurpato, violentato dal circostante tanto quanto dalla sua anima. Ha anticipato il superuomo nietzscheiano, il vitalismo dannunziano, ha reincarnato il titanismo napoleonico, la lucida follia dei dannati, degli eroi umani e degli uomini eroici. Ha peccato, ha ucciso, ha compiuto delitti. Ma io lo so, caro Fëdor, che il tuo Raskol’nikov si è macchiato del più doloroso reato che un uomo possa compiere: ha adempiuto un crimine verso la sua stessa coscienza. E lo so che tu non lo incolpi, non l’ho fatto nemmeno io, giuro. Perché il tuo Raskol’nikov non è un mostro, perché non è uno stupido.

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