John L. Casti “I cinque di Cambridge”

 

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Mi sono imbattuto per caso in questo piccolo libro in cui John Casti, un matematico americano autore di pubblicazioni scientifiche divulgative, immagina una conversazione svoltasi nel 1949 fra cinque studiosi del Novecento che riuniti a cena appunto a Cambridge dibattono intorno al dilemma se le macchine calcolatrici (in particolare la macchina di Turing) possano considerarsi dotate o dotabili di intelligenza “umana”.

I cinque sono Alan Turing, appunto – fresco inventore della prima macchina digitale precursore dei moderni computer, in cui i calcoli erano svolti con infinite sequenze di “Zero” e “Uno” – , Ludwig Wittgenstein, influente filosofo della prima metà del novecento, J. Haldane, genetista, Erwin Scrodinger, fisico, riuniti per una stupenda cena dall’anfitrione C.P. Snow, fisico a sua volta, interessato al dibattito fra cultura scientifica e cultura umanistica.

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