Chaim Potok “Il libro delle luci”

pot.pngQuesta non è una vera recensione, ma piuttosto un omaggio alle qualità di scrittore di Chaim Potok, già ricordato sull’Asino per Danny l’eletto, e ben conosciuto e apprezzato per altri capolavori: in questo Libro delle Luci ho conosciuto un altro Potok, in vena autobiografica e introspettiva,  intriso di spiritualità e capace di profonde riflessioni riguardo alle scelte (e alle non scelte) della vita e al loro significato.

Narra di un giovane ebreo di talento, Gershon Loran, che, dopo una brillante carriera accademica diventa rabbino e viene inviato  come cappellano militare in Corea dove è in svolgimento la guerra che vede impegnato l’esercito americano e dove si svolge la parte centrale della vicenda.

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Chaim Potok “Danny l’eletto”

po.pngUna disgraziata partita di baseball in un quartiere in prevalenza ebraico di Brooklyn determina una straordinaria amicizia tra due ragazzi che crescono sotto le rispettive egide dei due padri rabbini, sionista l’uno ed ortodosso l’altro, e che troveranno il punto di non ritorno nel momento storico in cui, a guerra finita, si decide di fondare il nuovo Stato di Israele. Utile per capire anche tante cose estremamente attuali e per toccare con mano la incredibile rigidità di una religione che ancora attende il suo messia in clamoroso contrasto, piacca o no ma è così, con quella più diffusa in terra nostrana,  giacchè laddove i cattolici dubitano e si interrogano, gli ebrei leggono e ripetono. In più punti persino innervosente nella sua apparente assurdità, in realtà il rapporto del tutto speciale tra i due amici assurge a vette di sostanza di ineguagliato riguardo e finisce con il farti apprezzare la più volte invocata voce del silenzio. Scritto da padreterno ma “vissuto” con evidente afflato semi-biografico dall’autore, risalta la totale assenza di alcuna figura femminile al punto che pare descrivere un modo popolato da soli uomini.

davide steccanella