



Di questa lontana lettura di gioventù non ricordavo quasi nulla, salvo che mi era sembrato il romanzo decisamente meno riuscito della celebre quadrilogia dostoevskijana. Devo dire che la rilettura conferma questo giudizio.
L’inconfondibile impronta dell’autore c’è in pieno nel raccontare una storia maledetta della quale sono protagonisti alcuni esponenti del nichilismo rivoluzionario russo della seconda metà dell’ottocento, così come puntualmente presenti sono alcune figure tipiche del Nostro: l’imprevedibile, furibondo, amorale Nikolaj Vsevolodovič, il freddo, untuoso e spietato Pëtr Stepanovič, il lezioso, inetto e melodrammatico Stepan Trofimovič, la imperiosa ma giusta matrona Varvara Petrovna, la bella e passionale Liza Nokolaevna, capace di improvvise follie, l’ex ufficiale e ubriacone Lebiadkin, il maneggione Liputin, la povera, dolce e sacrificale Mar’ja Timofeevna dal destino segnato.
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