Roberto Cotroneo “Presto con fuoco”

cot.pngCelebre per le stroncature letterarie impartite a destra e a manca negli anni ’90 sulle pagine de “L’Espresso”, Cotroneo dimostrò un bel coraggio nel pubblicare questo romanzo (cui ne sono seguiti altri che non ho letto).

Debbo dire che questo coraggio è stato dettato non da incoscienza ma da una ben riposta fiducia nei propri mezzi.

”Presto con fuoco” è indubbiamente un bel libro, che innanzitutto ha il pregio della originalità, avendo come protagonista un brano musicale, ossia la quarta ballata di Chopin.

La trama è presto detta: un celeberrimo pianista, l’io narrante, famoso quanto e più di Rubinstein e di Arrau (da alcuni accenni il personaggio, di cui non si conosce né il nome né cognome, parrebbe essere Benedetti Michelangeli) si vede offrire da un misterioso profugo russo una versione autografa della quarta ballata il cui finale è completamente diverso dalla versione fino ad allora nota.

La cosa offre il destro per una serie di considerazioni sulla musica e sulla vita in genere, peraltro sempre filtrata e vissuta attraverso la prima.

Il libro non è affatto banale anche dal punto di vista dei contenuti, è dominato da una sorta di passione trattenuta e, nonostante alcuni momenti un po’ statici, si fa ben leggere; ciò nonostante sembri scritto con molta attenzione e anche fatica.

Almeno per me, comunque, e forse anche per quelli che come me non hanno una grande cultura musicale, il tratto più saliente del romanzo è il fatto che esso da un lato fa rimpiangere di non aver studiato la musica, dall’altro fa venire voglia se non altro di ascoltarne di più e meglio.

E’ comunque una bella e piacevole passeggiata in un mondo popolato da figure quali Chopin, Gould, Arrau, un musicologo famoso, nel quale il libro sembra quasi farti entrare dalla porta di servizio e da essa uscire, insalutato e in punta di piedi, così come sei entrato.

Poronga

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