Coincidenze: giorni fa mi torna in mente, per una serie di associazioni di pensiero, questo libro, che andava di moda nei primi anni ’90 e che poi è stato dimenticato. Il libro vale, per cui, spinto anche da un amico, decido di scriverne una recensione e di consigliarlo caldamente. Oggi,11 settembre, su repubblica esce, in un bell’articolo di Zucconi, l’annuncio del ritrovamento della nave protagonista del libro, emersa dallo scoglimento dei ghiacci a nord del Canada.
Un ragazzino gioca con gli amici a palla, ma i suoi riflessi sono troppo lenti…è sempre in ritardo sull’arrivo della palla e questa gli sfugge costantemente. Gli amichetti lo prendono in giro.
Questa patologica lentezza di riflessi gli crea molti problemi, non solo durante il gioco, ma anche a scuola e negli altri aspetti della vita.
Siamo alla fine del ‘700, i suoi genitori sono preoccupati di questa scarsa efficienza dell’amato figlio. Ne tentano un po’ di tutte, poi, pensano di instradarlo all’attività marinara. Su una nave a vela a quel tempo i tempi sono rallentati, vi sono compiti precisi…forse il ragazzo potrà adattarsi e trovare un suo spazio.
John, questo è il nome del ragazzino, diventa guardia marina, sale a bordo e gli viene affidato il compito di vedetta. John è ancora molto lento, ma nella sua lentezza è molto scrupoloso, concentrato, molto attento. Molto più attento dei suoi coetanei. Un giorno che è di vedetta sull’albero, scorge grazie alla sua concentrazione un movimento anomalo del mare giusto in prua alla nave. Da il segnale. Sulla rotta della nave c’è una secca quasi invisibile. John l’ha vista con l’anticipo necessario a salvare la nave: la nave è salva ! E’ così che John Franklin inizia la sua sfolgorante carriera di marinaio ed esploratore.
J.F. sarà comandante della prestigiosa Marina Britanica, diventerà esploratore, navigherà tra i ghiacci per cercare il mitico Passaggio a Nord Ovest e trovrà la morte proprio in questa drammatica ricerca.
Da allora innumerevoli spedizioni per cercare i resti della spedizione. Si troveranno soltanto un paio di tombe, resti umani (probabilmente vi fu tra i superstiti anche pratica di cannibalismo) e poche tracce di permanenza umana. Delle navi nulla. Fino ad ora!
Una biografia straordinaria, non solo per l’avventura e il fascino delle esplorazioni di cui si parla, ma proprio per quelle condizioni di partenza del protagonista, quella lentezza, quella apparente inefficenza, che si mostrerà alla fine come un interessante valore.
Non si può che riflettere sul convulso mondo contemporaneo sul nostro metro di giudizio sulle capacità e sui comportamenti umani.
Testo raccomandabile per psico-viaggiatori e aspiranti esploratori di mondo e mente……
Mr. Maturin