Mary Higgins Clark “Così immobile tra le mie braccia”

hi.pngNon conoscevo questa autrice di gialli e polizieschi, che ho trovato citata nel bellissimo libro della de Kerangal, e che sembra solo negli USA aver venduto circa 80 milioni di libri. Allora proviamo.

Temo però di avere iniziato dal romanzo sbagliato -l’ultimo – che davvero non è nulla di che; d’altra parte l’età non è più verde (H. K. è nata nel 1927) e vi è sempre il dubbio che dietro questi scrittori-industria vi siano plotoni di ghost writer (anche se qui viene dichiarata la collaborazione con la scrittrice Alifair Burke),

Comunque sia: Laurie, la protagonista di questo romanzo, realizza programmi televisivi che si propongono, in genere con successo, di risolvere omicidi per i quali non è stato trovato il colpevole.

Nel caso di specie si tratta dell’uccisione di una bella ragazza, brillante studentessa e aspirante attrice, che recatasi per un provino a casa di un famoso regista viene trovata morta in un parco. Il caso, risalente a vent’anni prima, ha alcuni indiziati ma nessun colpevole.

Tutte le persone coinvolte nel caso accettano di partecipare al programma. Laurie ha una squadra composta da un paio di collaboratori, un celebre avvocato specialista in interrogatori, il padre di lei ex poliziotto. C’è pure il figlio piccolo che un certo punto si rivela anche lui utile alle indagini.

Nel corso della narrazione affiorano trame che coinvolgono la ricerca informatica, una setta religiosa, il mondo del cinema con star e starlette.

Il plot è deboluccio e la resa pure.

Poronga

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