Questo libro non è un romanzo, ma parla di molti romanzi in modo curioso e originale, e dunque mi sembra che possa interessare in questa sede. Martinelli è un giornalista che si occupa di programmi di divulgazione di economia sulle reti radiofoniche, e da quei programmi è nata anche l’idea del libro. Sono 28 capitoli di una decina di pagine ciascuno, dedicati a vari temi di economia e finanza. E per spiegare i diversi concetti, Martinelli fa riferimento volta per volta a un romanzo, in genere famoso, o più di rado a un film o ad entrambi. Lo fa con ampie citazioni, dunque sembra quasi di leggere una antologia di letteratura che richiama alla mente libri già letti o stimola a leggerne di non letti.
Le scelte dei romanzi da abbinare ai diversi argomenti sono naturalmente soggettive, ma generalmente condivisibili: si va da scelte quasi obbligate – Furore per la depressione, Wall Street per le speculazioni di borsa – ad altre meno ovvie ma proprio per questo stimolanti. Ad esempio, Se questo è un uomo per il funzionamento del meccanismo dei prezzi anche in situazioni estreme come i campi di concentramento; Pinocchio per i guai che possono causare i titoli derivati; Bel Ami per l’aggiotaggio; Mary Poppins per la solidità delle banche; Tempi difficili per le ambiguità del concetto di PIL. E poi abbiamo Amis e Cronin, Fitzgerald e Franzen, Laxness e Mishima, Svevo e Zola. Mi ha fatto piacere trovare, per il tema dei paesi emergenti, La tigre bianca di Adiga. Romanzo bellissimo che consiglio a tutti: in Gran Bretagna ha vinto il prestigioso Booker Prize, ma in Italia è passato quasi inosservato. E anche gli appassionati di cinema troveranno degli spunti interessanti.
In conclusione, anche se esistono certamente libri divulgativi di economia migliori di questo ( apro una piccola parentesi: contrariamente a quello che molti pensano, per divulgare una materia in modo efficace bisogna conoscerla meglio che per insegnarla ai dottorandi ) Martinelli ha fatto un buon lavoro nel collegare economia e letteratura. L’unico appunto che gli si può fare è di non avere nemmeno citato una antesignana di questo genere( curiosamente, una sua quasi omonima ): Harriet Martineau, scrittrice e sociologa inglese dell’Ottocento che divulgava l’economia non citando romanzi altrui, ma addirittura scrivendo lei stessa dei racconti a tale scopo, con personaggi che spiegavano i temi economici di attualità.. Fu molto apprezzata da grandi economisti inglesi quali Mill, Marshall e Keynes. Del resto bisogna dire, se Wikipedia è degna di fede, che nessuna sua opera è disponibile in italiano. Però attirò anche le attenzioni di Marx, sulla cui acutezza in materie economiche si può discutere, ma che in fatto di rispetto per le donne era una vera fetenzìa. La sbeffeggiò nel Capitale, definendola vecchia zitella. E forse anche aver attirato gli strali di Marx è un titolo di merito per la Martineau.
Tiresia