Denton Welch “Viaggio inaugurale”

Romanzo autobiografico ambientato nell’Inghilterra e nella Cina degli anni ’30, si apre con la patetica fuga di Denton dal cupo e disadorno college in cui vive e studia, dove è costretto a tornare dopo pochi giorni, avendo speso i pochi soldi che aveva con sé. Tornato in famiglia, e in qualche modo perdonato, gli viene proposto un viaggio in Cina al seguito del fratello maggiore,  che gli dà modo di raccontare con molti dettagli tutto quello che gli succede e che soprattutto vede.

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Joyce Carol Oates “Sorella, mio unico amore”

Vengo alla seconda segnalazione di Veronesi (v. commento precedente).

Si parte da un fatto vero: una bambina di sei anni, promessa del pattinaggio artistico, viene trovata brutalmente uccisa nel locale-caldaia di casa. I sospetti si appuntano sul padre, sulla madre, sul fratellino maggiore Skyler, di appena nove anni, ma il caso rimarrà irrisolto.

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Joan Didion “L’anno del pensiero magico”

Su “La Lettura” di qualche settimana fa Sandro Veronesi indicava come migliore romanzo del secolo in corso “Lezioni” di McEwan (che leggerò senz’altro); elencava inoltre un’altra quindicina di libri “top”.

Essendo d’accordo quasi su tutto, ho acquistato due fra i libri indicati che non avevo letto, fra i quali questo. Curiosamente entrambi i libri (l’altro è “Sorella mia unico amore” di J. C. Oates, che sto leggendo ma non credo finirò) hanno come protagonista, seppur in contesti completamente diversi, la morte. Ci dobbiamo preoccupare?

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Rachel Cusk “Resoconto”

Questo libro, scritto da una autrice che gode di ottima considerazione, mi ha deluso.

L’idea di partenza è senz’altro buona: una scrittrice inglese, sul volo che la porta ad Atene dove deve tenere un corso di scrittura, incontra un maturo signore anglo/greco che le racconta la sua vita. Questo è il primo di una serie di altri tre o quattro incontri con persone di cui vengono messi a nudo gli aspetti esistenziali.

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John Banville “Un giorno d’estate”

Un uomo di mezza età ricco e prepotente viene trovato nel maneggio dei suoi cavalli da corsa con la testa fracassata da un colpo di fucile. L’ispettore Hackett e l’anatomopatologo Quirke, il protagonista del romanzo, scartano subito la goffa messa in scena di un suicidio, realizzata mettendo fra le mani della vittima il potente fucile col quale si sarebbe sparato.

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Emanuele Trevi “Due vite”

Una sincera, profonda rievocazione di una amicizia a tre fra scrittori, lo stesso Trevi, Rocco Carbone, e Pia Pera, nutrita dalla passione per la letteratura. Si percepisce una cultura autentica, che viene raccontata senza alcun compiacimento o snobismo, come si addice alle persone veramente colte. I protagonisti di questo romanzo biografico, non a caso intitolato “Due vite”, mentre Trevi si autoassegna alla parte del narratore, sono due persone molto diverse fra loro.

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Italo Calvino   “Il libro dei risvolti”

Non posso non segnalare questo libro, una vera gioia per chi ama la lettura. Raccoglie le note scritte da Calvino in qualità di redattore editoriale della Einaudi sotto forma di introduzioni, risvolti o quarte di copertina. Sono ben 205 brevi saggi, ognuno dei quali illuminante, di una o due pagine al massimo, scritti in un arco di tempo che va dal 1949 al 1983, poco prima della morte. Ma sono concentrati nei primi anni, e si diradano mano a mano che Calvino è sempre più impegnato nelle sue attività di scrittore e saggista, anche se il suo rapporto con la Einaudi non si interrompe mai. E stupiscono soprattutto i primi scritti, di un Calvino giovanissimo ma che sembra aver già letto tutto ( e non essendoci Google, è probabile che fosse davvero così ).

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Edgar A. Poe “Racconti del mistero. Le inchieste di Monsieur Dupin”

Non mi ricordo se in passato abbia letto qualcosa di Poe, quindi è come se non avessi letto niente. Mi sono quindi accostato a questi racconti, in tutto tre, con una certa curiosità, che devo dire è andata delusa.

Si tratta di tre misteri a sfondo poliziesco che vengono risolti da Auguste Dupin unicamente in base alle sue capacità di osservazione e soprattutto di ferrea deduzione logica.

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Vitaliano Trevisan “Works”

Si tratta di un fluviale romanzo autobiografico nel quale V.T. racconta i tanti lavori fatti a partire dagli anni ’70, quando a quindici anni, per comprarsi una bicicletta e liberarsi dall’imbarazzo di dover usare quella da donna ereditata dalla sorella, va a lavorare in una sordida fabbrichetta  che produce gabbiette per uccelli. Una serie di lavori duri, malpagati, tutti rigorosamente in nero e nei quali la sicurezza del lavoro è una barzelletta.

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