Di Paulo Coelho ho letto i primi 9 libri, da L’alchimista (1995) a Lo Zahir (2005), sperimentando ahimè un progressivo declino della sua vena creativa e del linguaggio, via via meno suggestivo ed emozionante, almeno per me. Di conseguenza ho smesso di comprare i suoi libri. Se non vado errato ne sono usciti altri 10 in 10 anni, quindi uno all’anno, quasi come Simenon… Per Natale mi è stato regalato La spia, che ho accolto con piacere ed interesse, dicendomi, beh vediamo dov’è andato a finire Coelho… Il libro narra la storia, o meglio la vita di Mata Hari, attraverso una immaginaria lettera da lei scritta nel 1917 al suo avvocato alla vigilia della esecuzione capitale, pena a cui era stata condannata come spia al servizio del governo tedesco durante la prima guerra mondiale. Devo dire che raramente ho trovato una scrittura così banale, irritante perfino nella sua ricorrente pretesa di enunciare grandi ed originali verità attraverso le non memorabili parole della protagonista. Ecco uno dei tanti esempi di “alta riflessione” di Mata Hari. “Il peccato non è stato creato da Dio, bensì da noi, quando abbiamo tentato di trasformare ciò che era assoluto in qualcosa di relativo. Abbiamo cessato di vedere l’insieme e ci siamo concentrati solo su una parte: ebbene, è in quella parte che allignano le regole e le colpe, che i buoni lottano contro i cattivi, entrambi convinti di essere nel giusto”. Quanto allo “straordinario ritratto di donna” evocato nel risvolto di copertina, confesso che non sono riuscito a capire se M. H. fosse intelligente o stupida, ingenua o affetta da sindrome di onnipotenza, visto che sembra non accorgersi dei pericoli che corre – e che la porteranno alla perdizione – passando disinvoltamente da un ambiente a un altro a tutti concedendosi e non nascondendo nulla…. Nulla che valga la pena, dunque.
Peraltro, l’unico merito che mi sento di attribuire a Coelho consiste in una certa dose di onestà intellettuale, laddove alla fine sembra riconoscere i limiti del suo lavoro: anche se in alcune interviste parla di avere avuto a disposizione “una montagna di documenti inediti” rilasciati dai servizi segreti di Gran Bretagna e Germania), in una nota finale l’Autore dice: “Quest’opera non ha la pretesa di essere una biografia di M.G. Zelle… sono stato costretto a inventare alcuni dialoghi… eliminare i passaggi non rilevanti per la narrazione…” Non dice però quale tipo di narrazione avrebbe dovuto essere. Certo il pathos, le emozioni, i sentimenti mancano secondo me del tutto… Coelho conclude: “A coloro che desiderano conoscere più approfonditamente la storia di Mata Hari consiglio queste letture: seguono 5/6 testi..”
Certo a me questo libro non ha fatto venire il desiderio di saperne di più…
Resto sempre più stupito dalla disinvoltura di certe operazioni editoriali.
Silver 3