Julie Orringer “Quando ho imparato a respirare sott’acqua”

orrIl libro di Jasmine Reza mi ha fatto venire in mente questa raccolta di racconti letti alcuni anni fa, che a me è piaciuta decisamente di più.

Tanto per cambiare si tratta di una scrittrice ebrea autrice di una serie di racconti che hanno tutti per protagonisti giovani, adolescenti o addirittura bambini, alle prese con varie situazioni: l’atmosfera fanatica e un po’ allucinata di una comunità ecologico/naturalista, dove una malata di cancro va assieme a marito e figli in un disperato tentativo di trovare salvezza nella medicina alternativa (“Pellegrini”); giovani artisti neo-bohemienne a Parigi (“Quando lei sarà vecchia e io famoso”); i difficili rapporti fra fratello e sorella resi ancora più problematici da una tragedia (“Il pesce Isabel”, bellissimo, che ispira il titolo del libro); il coraggio adolescenziale (“Appunti a sé stessa in prima media”, splendido e struggente, senz’altro il più bello); la torbida scoperta del sesso e la rigida ortodossia ebrea (“La via più facile è piena di sassi”); la giovane zia tossicodipendente e una bambina affidatale per un pomeriggio (“Prendersi cura”); due amiche che si contendono un ragazzo (“Fulgide stelle del Motown”), ecc.

Sono racconti lividi e bellissimi, come si sarà capito tutt’altro che rallegri, scritti con uno stile scorrevole e spietato.

Veramente un bel libro.

Poronga

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