Italia, non si sa come e perché, ha passato tutta la vita in quello che chiama “’l’Istituto”, dove è stata abituata a una vita parca, modesta e ubbidiente.
Il suo destino, come quello di quasi tutte le sue compagne è, giovinetta, di essere mandata a servizio presso una famiglia.
Italia viene così collocata a Roma presso i Marziali, una famiglia formata dall’ingegnere, uomo severo e asciutto, roso da un passato di militante fascista, la moglie, bella, malinconica e alla fine stremata da una vita di noia, rispettabilità e solitari di carte, e i tre bambini, la sognante Annamaria, l’inquietante Tancredi, l’irraggiungibile Giovanni.
Piano piano, silenziosamente, Italia da mera servetta diviene il polo di riferimento della famiglia.
Italia spolvera, cucina, lava, asciuga, ma anche veglia il riposo della famiglia (bellissima la pagina in cui ne controlla a uno a uno il sonno, prima di chiudere la sua giornata e finalmente coricarsi).
Con grande finezza Lodoli disegna una piccola storia di rara sensibilità e profondità, regalando un altro bellissimo e originale personaggio.
Assai bella anche la scrittura, sommessa e severamente modesta, ma che infila una serie di gemme quasi nascoste, delle quali ricordo questa:
“… è meglio stare lontani dalle cose importanti, meglio stare dove le cose sono quello che sono e la gente vive e basta, e ai funerali si piange davvero“.
Poronga