Marco Lodoli “Italia”

itaItalia, non si sa come e perché, ha passato tutta la vita in quello che chiama “’l’Istituto”, dove è stata abituata a una vita parca, modesta e ubbidiente.

Il suo destino, come quello di quasi tutte le sue compagne è, giovinetta, di essere mandata a servizio presso una famiglia.

Italia viene così collocata a Roma presso i Marziali, una famiglia formata dall’ingegnere, uomo severo e asciutto, roso da un passato di militante fascista, la moglie, bella, malinconica e alla fine stremata da una vita di noia, rispettabilità e solitari di carte, e i tre bambini, la sognante Annamaria, l’inquietante Tancredi, l’irraggiungibile Giovanni.

Piano piano, silenziosamente, Italia da mera servetta diviene il polo di riferimento della famiglia.

Italia spolvera, cucina, lava, asciuga, ma anche veglia il riposo della famiglia (bellissima la pagina in cui ne controlla a uno a uno il sonno, prima di chiudere la sua giornata e finalmente coricarsi).

Con grande finezza Lodoli disegna una piccola storia di rara sensibilità e profondità, regalando  un altro bellissimo e originale personaggio.

Assai bella anche la scrittura, sommessa e severamente modesta, ma che infila una serie di gemme quasi nascoste, delle quali ricordo questa:

“… è meglio stare lontani dalle cose importanti, meglio stare dove le cose sono quello che sono e la gente vive e basta, e ai funerali si piange davvero“.

Poronga

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Marco Lodoli “Sorella”

lodoMarco Lodoli non è soltanto, assieme a Baricco, l’unico critico di cui mi fido, ma è anche un ottimo scrittore (ad eccezione di “Diario di un millennio che fugge”, che non mi è piaciuto per nulla; poi però si è ampiamente riscattato).

Suor Amaranta ha preso i voti non per vocazione ma per paura del mondo e della vita. Sorta di suora atea, vive la sua vita religiosa senza alcuna convinzione, preoccupata solo di non far trapelare all’esterno, e soprattutto all’occhio indagatrice della superiora, il suo profondo scetticismo.

Adibita a maestra d’asilo, nonostante si dichiari inadatta (ma non fino al punto di confessare la sua avversione per i bambini), riesce a stabilire un particolare rapporto con Luca, un bambino adottato da una coppia infelice e ai limiti dell’autismo.

Luca, con tre sole parole, sottopone Amaranta a tre prove per lei inaudite.

Non dirò di più salvo che questo piccolo libro è decisamente bello e insolito, in costante e alla fine tumultuosa ascesa.

Lodoli si è ripetuto più o meno agli stessi livelli anche in un altro breve romanzo, “Italia”, di cui parlerò un’altra volta.

Poronga