Laura Pariani, apprendo da Internet, ha scritto molto, sia romanzi che opere teatrali. Io avevo letto diversi anni fa La spada e la luna, che non mi era affatto spiaciuto, ma non sapevo che ne avesse scritti così tanti, e devo dire che i titoli sono bellissimi, vi invito a giudicare voi stessi. Ma il libro che me l’ha fatta davvero apprezzare è Milano è una selva oscura, una trasparente – il protagonista è un vagabondo senzatetto di nome Dante – parodia della Commedia ambientata nella Milano degli anni ’60.( Non posso resistere a una battutaccia: ma una parodia della Commedia scritta da una che si chiama Laura non pone un palese conflitto d’interessi? )
In Domani è un altro giorno siamo invece negli anni ’50 e ci sono evidenti richiami autobiografici ( Pariani è nata nel 1951 ). Seguiamo la vita – soprattutto interiore – di una bambina dai sei ai dieci anni. Nata in un non ben identificato paese lombardo – Pariani è di Busto Arsizio – qui chiamato Paese della Noia, la Bambina che ha molta fantasia, ama i libri e i film, si sente oppressa dall’angustia materiale e mentale del Paese della Noia e dei suoi abitanti, parenti, compagni di scuola, vicini di casa. E compensa questa angustia con la fantasia, la creatività, la gioia della scoperta della ricchezza di quello che il mondo ha da offrire. Pariani riesce a farci vedere il mondo della provincia lombarda degli anni ’50 sì filtrato dalla sua mente di adulta 60 anni dopo, ma veramente con gli occhi, le esperienze, lo stupore e anche la rabbia ribelle di una ragazzina che vede un mondo di pazzi. Un mondo che lei impara a capire ma alle cui logiche non vuole assolutamente piegarsi. ( … basta lasciarli parlare rispondere sempre di sì eppoi fare quel che si vuole. E ancora: Insomma, la Bambina sta imparando che nei commerci umani coi Grandi bisogna usare pragmatismo ). Per se stessa Pariani riserva il ruolo di Bis, l’amica di fantasia della Bambina che con lei si confida e ne riceve riflessioni e riferimenti culturali che non potrebbe fare da sola a quell’età, ma che mostrano che il libero pensiero può arrivare almeno in via istintiva dove sono arrivati i grandi pensatori.