Gianrico Carofiglio  “Rancore“

Non avevo più voglia di leggere Carofiglio ma ho seguito il consiglio di una persona di cui mi fido. E tantomeno avevo voglia di scrivere di nuovo recensioni ai suoi libri, e infatti questa non è una recensione, ma mi limito a esercitare il mio diritto di opinione e critica costituzionalmente garantito, che Carofiglio senz’altro mi riconoscerebbe. E, dato che ho imparato ormai 50 anni fa dai miei maestri intellettuali – ce li ho anche io, e forse molti sono gli stessi di Carofiglio – che non possiamo prescindere dai nostri giudizi di valore, e quindi la cosa più onesta è dichiararli in modo che ognuno possa valutare, bene, dirò senza reticenze che a me Carofiglio sta proprio antipatico. Il che non vuol dire che non gli riconosca molti meriti, e spesso sono d’accordo con quanto dice, ma trovo insopportabile il suo atteggiamento: spocchioso, arrogante e auto-celebrativo.

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Gianrico Carofiglio “La versione di Fenoglio”

I ricordi: quanto sono fedeli ai fatti a cui abbiamo assistito? Quanto c’è nei nostri ricordi, anche se in ottima fede, di quanto è accaduto realmente?  Quanta “verità” c’è nel nostro vissuto? Sorprendentemente poco….
Questa è la lezione che il maresciallo Fenoglio ci impartisce questa volta, illustrandoci quanto questa acquisizione sia determinante nella conduzione delle indagini per un bravo sbirro. E come sempre sapientemente sa fare il suo adorabile autore, il suo personaggio ci fa capire quanto questa acquisizione sia fondamentale anche nella nostra vita di ogni giorno. Quanto sia determinante nel nostro equilibrio mentale, nella nostra capacità di avere relazioni con gli altri, essere consapevoli di tutto ciò.

Romanzo originale, ricco di contenuti, che invita alla riflessione senza mai essere didascalico. Con la capacità inoltre di evidenziare il piacere di una relazione casuale,ma improvvisamente profonda ed intensa,  tra un adulto ricco di esperienza ed un giovane riflessivo in cerca di una sua strada.

Mr. Maturin

Gianrico Carofiglio “Né qui né altrove

caroficona-voto-asino2icona-voto-asinoicona-voto-mezzoasinoTre amici si incontrano dopo decenni nella loro città di origine, Bari (la quarta protagonista del romanzo) per una serata che si conclude alle luci del mattino.

Compagni di corso a giurisprudenza sono diventati un facoltoso e gaudente notaio che non si è mosso dalla città, un professore di diritto che insegna a Boston, e -ma lo si scopre solo alla fine- uno scrittore di successo (non lo si dice, ma chissà se fa anche il magistrato…). Continua a leggere

Gianrico Carofiglio “Ragionevoli dubbi”

caroficona-voto-asinoicona-voto-asinoicona-voto-asinoAncora una volta l’Avvocato Guido Guerrieri ci tiene incollati alle pagine del romanzo di Gianrico Carofiglio.

Ho letto i tre romanzi che ne costituiscono la trilogia, più  “La misura del tempo”, sempre appartenente alla serie di Guerrieri e credo ultimo uscito.

Trovo che “Ragionevoli dubbi” e “La misura del tempo”  siano di gran lunga i romanzi migliori. Continua a leggere

Gianfranco Carofiglio “La misura del tempo”

coroficona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-mezzoasinoGianrico Carofiglio è piuttosto presuntuosetto e parecchio narcisista, però mi è simpatico…sono difetti accettabili per chi se li può permettere e, lui, se lo può permettere.

Non avevo mai letto niente di suo ed ho iniziato con “La misura del tempo”, che ho trovato notevole.

Si tratta di un romanzo in cui più generi si intersecano in modo equilibrato.

Lo definirei di massima un romanzo giudiziario (che in realtà ha poco a che fare con il classico legal thriller di matrice anglosassone), ma anche in parte un romanzo di formazione, in cui la riflessione esistenziale non è per niente secondaria. In fondo, già il titolo ce lo rivela. Continua a leggere

Gianrico Carofiglio “Il bordo vertiginoso delle cose”

caroicona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-asino2Decisamente un buon libro che per certi versi mi ha sorpreso.

Enrico Vallesi è vicino alla cinquantina. Ha pubblicato dieci anni prima un libro di successo. In seguito, non essendo riuscito più a scrivere nulla di pubblicabile, si è rintanato in una attività di editor di libri altrui, quando addirittura non di ghost writer. È un uomo in crisi: lasciato rovinosamente cinque anni prima dalla sua donna, vive solo e beve forse un po’ troppo. Una mattina, per un concatenarsi di casi, mentre è al bar legge un articolo di cronaca che lo scuote; racconta della uccisione di un rapinatore, avvenuta a Bari, sua città natale, per dove decide di impulso di partire. Continua a leggere

Gianrico Carofiglio “Le tre del mattino”

caro.pngicona-voto-asino2icona-voto-mezzoasinoEinaudi: Ciao, caro Gianrico.

Carofiglio: Ciao, caro editore. Come mai mi chiami?

E: E’ un po’ che non ci dai nulla, e allora ho pensato di sollecitarti.

C: In effetti ultimamente non ho avuto nessuna buona ispirazione. Tu cosa avevi in mente?

E: Guarda, pensavo a un romanzo agile, massimo 150 pagine, su un tema che ultimamente va molto, il rapporto fra un padre e il figlio adolescente. E risalire un po’ indietro nel tempo, tipo gli inizi degli anni ’80. Darebbe più fascino alla storia.

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Gianrico Carofiglio “L’estate fredda”

ca.pngBari 1992, piccoli boss crescono. La mafia pugliese non è ancora ben strutturata e scimmiotta la camorra e la ‘ndrangheta. Non che si faccia mancare nulla: pizzo, rapimenti, estorsioni, spaccio,omicidi. A livello ancora un po’ artigianale ma con grandi ambizioni, codificate da una gerarchia di tipo militare rituali di affiliazione che sembrano ridicoli ma abbiamo imparato a capire che hanno un forte e tragico significato simbolico. Formule esoteriche da far sembrare il mago Otelma un sobrio consulente finanziario, rituali da rispettare fin nei minimi particolari – addirittura la marca e il tipo di sigarette da mandare agli affiliati in carcere quando c’è qualcosa da festeggiare! – insomma quasi più materiale da antropologi che da giuristi. Ma giurista è Carofiglio che, da magistrato antimafia, conosce bene la materia.

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Gianrico Carofiglio “La Regola dell’equilibrio”

caroConfesso che avevo un po’ di timore ad acquistare questo libro, timore che derivava dal discreto numero di romanzi pubblicati da Carofiglio (in media uno ogni anno) dopo quello che per me era stata veramente una bellissima scoperta, la sua opera prima, credo,  “Testimone Inconsapevole” nel 2002.

La Regola dell’Equilibrio si colloca a metà strada, cioè secondo me non è certo un capolavoro, ma contiene alcuni spunti non banali, è scritto in modo piacevole  e in certi punti è davvero “godibile” (come odio questa parola ma non me ne viene una migliore).

La vicenda riguarda l’abile avvocato Guerrieri che, in preda a dubbi e disillusioni tipiche dei cinquant’anni, viene contattato da un alto magistrato, (Larocca) preoccupato  da voci di indagini a suo carico che sarebbero svolte dalla procura competente e letteralmente potrebbero , anche se alla fine le accuse risultassero infondate, “rovinargli la carriera” per il solo fatto che se ne parlasse.

Larocca incarica Guerrieri  di indagare discretamente in modo da predisporre, se del caso, adeguate contromisure: non dico nulla di come si sviluppa la vicenda, salvo che la collaboratrice a cui Guerrieri affida le indagini è un tipo alla Tex Willer, che uno si vorrebbe augurare di non avere mai come avversario (per più ragioni).

Alla fine sono stato contento: i frequenti riferimenti giuridici a cui Guerrieri ricorre, i verbali degli interrogatori, il preciso linguaggio utilizzato da Carofiglio, unitamente all’incalzare degli eventi (senza flash back, finalmente un libro facile da seguire…) hanno reso questo racconto (non lo definirei romanzo)  una lettura rilassante e piacevole, che in più, mi ha lasciato anche qualche motivo di riflessione personale.

Silver 3