Torno a Borges e lo trovo uguale (per fortuna) a quello dell’ “Aleph”.
Ancora quindi l’autore elegantissimo e coltissimo, capace di costruzioni misteriose e talvolta vertiginose: si pensi ad esempio al complessissimo mondo totalmente inventato di Tlön che espone nel racconto “Tlön, Uqbar, Orbis Tertius”.
Borges inventa simboli, storie che si dividono e moltiplicano, uomini che di umano hanno solo il ricordo, un sistema, Babilonia, nel quale il caso viene eletto a regola totale.
Più di così non saprei dire, anche perché B. è un autore troppo raffinato, complesso e quasi etereo e sfuggente; posso solo aggiungere che, di tanto in tanto, varrebbe la pena di rileggere qua e là qualcuno dei suoi tanto enigmatici quanto affascinanti racconti.
Poronga