Taye Selasi “La bellezza delle cose fragili”
Un romanzo sulla fatica, l’impossibilità forse, di amare. Una storia su come il dolore possa sgretolare, disfare, far sfiorire la bellezza.
«Un uomo sa bene che deve morire, ma non avendo conosciuto altra realtà che la vita, non crede davvero nella propria morte. E poi, un giorno, il suo amore si raffredda. Il cuore dell’amore smette di battere. L’amore muore. In questo modo l’uomo impara la realtà della morte. […] La morte deve avvenire nel cuore per essere creduta. Dopo la morte dell’amore, l’uomo riesce a credere alla propria morte.»
Ma la bellezza non muore, non sfiorisce per sempre.
Perché il cuore può avvizzire, rattrappirsi, ma non spegnersi.
E la bellezza allora può tornare a divampare fiera e crudele. Terribile e fragile.
Un libro bellissimo, di grande potenza emotiva, che racconta la storia di una famiglia americana che affonda le sue radici in Ghana e in Nigeria, e in Ghana infine fa ritorno, per ritrovarsi.
Una serie di personaggi che la vita spezza ma non riesce a schiacciare.
Una scrittura condensata, possente, e insieme fluida e rigogliosa, lussureggiante che tocca il cuore delle cose.
«…era stata questa cosa a convincerla, la disperazione con cui lui faceva l’amore, come se tutto quello che lui desiderava in quelle ore (ed erano ore: era un uomo attento, scrupoloso, lento) fosse arrivare al nocciolo delle cose, del desiderio, del bisogno, degli sforzi grazie ai quali avevano costituito la loro esistenza , come se desiderasse solo tuffarsi in profondità, inoltrarsi il più possibile, nudo e sudato, nuotando nel vuoto.
Fola non sapeva dire se lui avesse mai toccato il fondo veramente, non sapeva dire se lei avesse mai sentito l’alluce di Kweku urtare contro il pavimento della piscina. Sapeva solo che lui si lasciava trascinare dalla corrente per tutta la notte e lei si teneva aggrappata a lui, lo seguiva, lo andava a cercare se mai rimaneva sotto troppo a lungo.»
la signora nilsson