Annie Ernaux: Nobel!

Finalmente, dopo numerose scelte discutibili se non proprio astruse, il Premio Nobel 2022 va ad una grande scrittrice.

Annie Ernaux è una autrice profonda, acuta, coraggiosa, elegante.

Sul sito sono commentati tre suoi libri, uno più bello dell’altro.

Sono proprio contento.

Poronga

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Il premio Nobel

nobelLe osservazioni di Poronga sul Nobel a Panuk e sui criteri con cui vengono assegnati i premi mi hanno spinto ad alcune riflessioni e a togliermi qualche curiosità. Io stesso, a proposito di Iris Murdoch, avevo già accennato al lungo elenco di non-vincitori, e aggiungo adesso che se, in clima calcistico, si facesse un incontro fra le due nazionali, non sono affatto sicuro che i Nobel vincerebbero contro i non-Nobel. Del resto, bisogna anche dire che assegnare i Nobel non è certo un compito facile. Ci sono, inevitabilmente, dei criteri geo-politici; non è giusto, ma è così ( quando Fo è stato premiato, Mario Luzi, eterno candidato e già anziano, si è dovuto mettere il cuore in pace ). Conta molto anche la fortuna di vivere abbastanza a lungo: Camus vinse il Nobel nel 1957, a soli 44 anni, e morì solo tre anni dopo; se avesse perso quel treno, addio. Myga ha ragione a dire che a volte sembra che si faccia apposta a premiare scrittori che scrivono in maniera oscura e scostante. La logica del successo presso i lettori non può però essere l’unico criterio, altrimenti dovremmo dare il Nobel a Dan Brown e Coelho, e a Barbara Cartland almeno tre o quattro. E i poveri poeti, chi li premierebbe mai! E’ giusto che siano premiati poeti, o più in generale scrittori raffinati e poco popolari anche se vendono pochissime copie? Io ritengo di sì, ma rispettando certi criteri. E naturalmente questi criteri sono soggettivi e qualitativi, e dunque non cercherò neppure di entrare nel dettaglio di quali, secondo me, sarebbero quelli giusti ( ovviamente, quelli giusti sono i miei! ). Diciamo che i giudici del Nobel dovrebbero lavorare – anche – per la posterità, e un giudizio sul loro operato può essere dato solo in prospettiva storica.

Per dare una base almeno parzialmente quantitativa alle mie riflessioni, sono andato a vedere l’elenco dei premi Nobel. Non parlerò di quelli dal 1901 al 1959: ci sono ovviamente nomi famosi e ultra-meritevoli, ma anche parecchi spazzati via dalla storia. Mi sono limitato a quelli dal 1960 a oggi. Non vi dirò quali, a mio avviso, non avrebbero meritato il Nobel, e non sono pochi. Mi limiterò, a costo di prendermi dell’ignorante cosmico, a confessarvi che, su 54 anni, ho trovato 16 nomi che o non ho mai sentito letteralmente nominare, o comunque sono un vago richiamo a qualcuno di cui non ho mai letto una riga. Eccoli qua, in ordine cronologico:

Saint-John Perse

Giorgos Seferis

Nelly Sachs

Michail Aleksandrovič Šolochov

Patrick White

Eyvind Johnson

Harry Martinson

Vicente Aleixandre

Odysseus Elytis

Jaroslav Seifert

Claude Simon

Wole Soyinka

Wisława Szymborska

Imre Kertész

Herta Müller

Tomas Tranströmer

Naturalmente, diversi di questi sono poeti e questo è un limite mio, e non ho messo Séamus Haeney, di cui pure non ho mai letto una riga, perché ha una certa notorietà extra-letteraria.

Pronto a pagare il fio della mia ignoranza, che ho subito confessato, vi invito a leggere l’elenco completo e fare le vostre riflessioni. E’ comunque un piccolo tuffo in un universo letterario lungo 113 anni che può essere interessante. Io per esempio ho scoperto che per due volte il premio è stato assegnato a due vincitori, cosa comune nelle discipline scientifiche o nel Nobel per la pace, ma che non credevo fosse mai accaduta per la letteratura. E ho scoperto con sorpresa , a parziale correzione di quanto dicevo sui criteri geo-politici, che quelli che secondo me sono forse i due premi più atipici, in quanto assegnati a non-letterati, cioè Winston Churchill e Bertrand Russell, sono stati assegnati a soli tre anni di distanza sebbene entrambi inglesi ed entrambi in qualche modo devianti. Scelta coraggiosa, che forse oggi non verrebbe più fatta.

Traddles