Sensazionale recupero di una scrittura britannico-ottocentesca degna della migliore Jane Austen moderna per narrare l’ inverosimile fiaba cenerentolesca della giovane Sally Pinner, tanto bella quanto ostentatamente ignorante e tonta. Posizionando al centro della solo all’apparenza banale storiella questa ignara “Beatrice” dei giorni nostri, la autrice costruisce un sapiente mosaico di superbe interrelazioni sociali che disvelano la miserabile pochezza umana di chi crede di padroneggiare il mondo sol perché appena istruito o nato nel privilegio. Migliore polemica risposta della ancora più snob Cambridge al meno di tradizione snobismo francese dell’eleganza del riccio non poteva essere scritto, e chi non tifa per la derelitta inconsapevole dell’abisso che procura con la sua beltà, finisce all’inferno insieme alla insopportabile madre padrona del modestissimo Jocelyn. Il lieto fine non annacqua per nulla lo squallore del contesto così amabilmente descritto.
Davide Steccanella