Capisco come questo romanzo possa piacere, con la sua prosa di atmosfera, insolita e quasi jazzistica. E può darsi benissimo, come dice Lucia, che queste caratteristiche, presenti, seppur a mio avviso in misura minore, anche in “Gatsby”, possano andare, anzi sicuramente vadano almeno in parte perse, nella traduzione.
Però un bel libro quasi sempre sopravvive, almeno in parte, a una traduzione infelice, cosa che invece per questo romanzo non avviene.
Anche la traduzione più bella o la lettura in originale -ma io non ho una conoscenza dell’inglese così approfondita da percepire appieno i pregi stilistici di una scrittura complicata- credo non sarebbero nel mio caso stati sufficienti a vincere la noia che mi ha alla lunga attanagliato, legata a una storia sì drammatica ma anche tanto patinata di ricchi e belli dandy americani che se ne stanno sulla Costa Azzurra, o analoghi luoghi, ad affannarsi fra passioni, dolori, alcol, problemi psichiatrici e altre simili fatalità. Continua a leggere
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Francis Scott Fitzgerald “Il grande Gatsby”
Il romanzo si svolge nei “ruggenti anni ‘20”, e ha come io narrante Nick Carraway, un giovane agente di borsa da poco trasferitosi dalla West alla East Cost.
Qui Nick incontra e frequenta l’alta società del tempo, efficacemente descritta nei suoi tratti salienti di agiatezza, ipocrisia e superficialità.
In tale contesto si muove Jay Gatsby, giovane, misterioso e ricchissimo uomo, che presto diventa famoso per le sue faraoniche ed elegantissime feste, aperte a tutta la buona società, che quasi ogni sera si tengono nella sua splendida villa; feste la cui descrizione è, credo, la cosa più riuscita del romanzo. Continua a leggere