Non conoscevo John Berger.
Incontrato per caso tra le pagine di un libro, ho cominciato a sfogliare le sue cose (gli estratti kindle sono un tesoro incomparabile in questo senso) e mi sono innamorata. Non posso chiamarlo in altro modo: di innamoramento si tratta. Dello stile semplice e scorrevole dei suoi scritti e della ricchezza di pensiero, e emozione sommessa, che racchiudono.
John Berger è uno scrittore singolare, unico, direi quasi. Nel senso che è molto difficile definirlo, dire se scriva racconti o saggi, se parli di arte, di sociologia o di politica in senso lato. In realtà, scrive storie di uomini e donne, di intuizioni, di animali e di disegni, di pensieri, di quadri e di paesaggi, e tutto con la stessa lingua piana, scorrevole, dal ritmo che richiama quello di una conversazione tranquilla tra amici, ricca di sentimento, ma sommessa, perché l’emozione e il flusso del pensiero, della riflessione seguono percorsi conosciuti, calcati quasi ogni giorno, che è facile prendere quasi a occhi chiusi.
Non riesco a dire molto di più, se non che in questo libro edito dal Saggiatore ci sono alcuni scritti bellissimi, illuminati da una sincerità e da una onestà intellettuali che a me pare quasi senza precedenti.
Un autore imperdibile.
PS Agli appassionati di disegno consiglio lo splendido, e misterioso, Taccuino di Bento, una raccolta di riflessioni sul disegnare sollecitate dal pensiero di Spinoza. Straordinario.
la signora nilsson
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