Concita De Gregorio “In tempo di guerra”

Un deciso passo indietro rispetto al bellissimo “Mi sa che fuori è primavera”, anche se si tratta di un libro senz’altro degno di rispetto.

De Gregorio tiene da qualche anno su un importante quotidiano una rubrica nella quale pubblica alcune delle lettere che riceve dai lettori. Questo libro parte della lettera ricevuta da Marco, un giovane trentenne precario, che non trova il suo posto nel mondo. “Come si fa a combattere da soli, e come mai non c’è nessun posto dove mi sento a mio agio ? Mai”, scrive Marco, che per uscire dal vuoto che lo attanaglia e per trovare un senso pensa addirittura di partire per la guerra, arruolandosi in una formazione, credo siriana, che combatte contro le ingiustizie e gli orrori di questa martoriata terra.

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Concita De Gregorio “Mi sa che fuori è primavera”

deUn terribile fatto di cronaca accaduto nel gennaio 2011: un matrimonio finisce. Lei, Irina, italiana. Lui, Mathias, svizzero. All’improvviso, senza alcun segno premonitore, il padre porta via con sé le figlie, due gemelle di sei anni, e sparisce. Dopo alcuni giorni si uccide. Delle bambine nessuna traccia. E’ probabile, è quasi certo, che le abbia uccise il padre prima di suicidarsi, ma è solo una logica ipotesi. Questo libro nasce dall’incontro tra la mamma delle bambine e l’autrice. Come dare parole a questo incommensurabile dolore? “Aiutami a dire quello che non si può dire…” chiede Irina a Concita. Lei lo fa nel modo migliore possibile. Giusto il ritmo, l’alternanza tra racconto e riflessioni, l’alternanza dell’io narrante. Un libro che ti colpisce, perché è allo stesso tempo semplice e potente. “Il dolore da solo non uccide…”. Così il racconto di ciò che è accaduto si intreccia con il racconto dell’esistenza di una madre privata delle figlie che cerca prima di sopravvivere e poi di riprendersi la vita. Una bella figura di donna. Un libro che vale la pena leggere. Ringrazio molto chi me lo ha regalato. Buon anno a tutti.

Oleandro