Un deciso passo indietro rispetto al bellissimo “Mi sa che fuori è primavera”, anche se si tratta di un libro senz’altro degno di rispetto.
De Gregorio tiene da qualche anno su un importante quotidiano una rubrica nella quale pubblica alcune delle lettere che riceve dai lettori. Questo libro parte della lettera ricevuta da Marco, un giovane trentenne precario, che non trova il suo posto nel mondo. “Come si fa a combattere da soli, e come mai non c’è nessun posto dove mi sento a mio agio ? Mai”, scrive Marco, che per uscire dal vuoto che lo attanaglia e per trovare un senso pensa addirittura di partire per la guerra, arruolandosi in una formazione, credo siriana, che combatte contro le ingiustizie e gli orrori di questa martoriata terra.