Asinochinonlegge ci esorta a scrivere anche dei libri che non ci sono piaciuti. Devo confessare, però, che da tempo ormai non leggo che i libri che mi piacciono. A strapparmi la voglia di riprendere in mano un libro a volte basta una pagina. È successo di recente con una raccolta di racconti di Mo Yan. La pagina che ho letto mi era parsa troppo crudele. Troppo e inutilmente. E non ho più desiderato riaprirlo.
Di recente ne ho letto una cinquantina, di pagine, prima di decidere che il romanzo che avevo cominciato non faceva per me. Dopo il bellissimo ACQUE MORTE, di Maugham mi era capitato per caso sott’occhio, in libreria, SCHIAVO D’AMORE. Malgrado i lampi di perfida ironia che lo illuminano, l’ho trovato lacrimevole e lamentoso come il peggior Dickens. Non leggerò le 550 pagine che mi restano.
Sarò troppo impaziente per concedere a un libro di deludermi, ma preferisco correre il rischio di perdermi una bella storia per evitarmi la noia imperdonabile di una lettura sbagliata. Non saprò mai com’è SCHIAVO D’AMORE e, tutto sommato, mi sembra più bello così.
la signora nilsson
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William Somerset Maugham “Acque morte”
Ho trovato nella fornitissima libreria di V. un libro di W. Somerset Maugham. Il tiolo era suggestivo, Acque morte, e io ero in cerca di una storia: a volte si legge per quella, altre si vogliono sentir scorrere le parole, altre ancora si cerca qualche squarcio di saggezza. La storia l’ho trovata e qualche massima di saggezza, pure, benché velata di cinismo.
Un misterioso delitto, una fuga su un ketch sgangherato per i mari del sud, una notte d’amore nell’afa spossante di un’isola tropicale. Racconta tutto questo la voce di un medico radiato dall’albo che vi assiste impassibile, dichiarando di conoscere ormai troppo bene la vita per poterne essere travolto.
Il tono è quello di una voce su una veranda immersa nell’oscurità densa e sonora di una piantagione tropicale, che trascina con sé in acque dove la vita e la morte, in tutto il loro umano orrore e la loro evanescente e impalpabile bellezza, appaiono ugualmente prive di consistenza come il filo di un racconto che ondeggia nella calda brezza notturna.
E così ci si lascia trascinare dalla corrente, fino alla conclusione, assolutamente perfetta. Dopo il sangue e le passioni che segnano tanto drammaticamente le vicende dei protagonisti, il romanzo si chiude su una nota surreale, con il furfante di turno beffato dalla vita nelle sembianze di una moglie arcigna e sgradita che giunge imprevedibilmente a rimetterlo in riga.
la signora nilsson