A parte l’infelice traduzione del titolo, questo romanzo di Nesser, forse l’ultimo apparso nelle edizioni Guanda, conferma la sensazione di trovarsi di fronte a un Autore di grandi capacità, anche letterarie. Il protagonista della vicenda, un anziano ispettore Barbarotti, è alle prese con un “cold case”, delitto irrisolto avvenuto molti anni primi, un caso che gli è stato affidato dal suo capo, anche lui un bel tipo, per motivi inconfessabili, che verranno svelati solo alla fine. Barbarotti si muove tra passato e presente, tra dolorose vicende personali (la recente morte della moglie Marianna, con cui intrattiene dialoghi bellissimi e struggenti, oltre che verosimili) e articolate indagini che compie per spirito di servizio nonostante non riesca a comprendere il vero motivo di questo incarico): la collega-amica Eva Backman lo aiuterà in molti modi a emergere e alla fine a risolvere tutti i suoi casi, polizieschi e personali. Un romanzo che a me è piaciuto anzitutto per lo stile, pacato, elegante, coinvolgente, senza inutili sbavature a effetto, di sangue o di sesso, che spesso inquinano noir o thriller di autori nordici o no, di cui siamo inondati in questi anni. E soprattutto, lasciatemelo dire, una scrittura superiore di alcuni anni luce rispetto a molti “gialli” di autori nostrani, che inventano improbabili commissari o ispettori tagliati con l’accetta e incapaci di riflessioni o pensieri che si possano definire tali. Insomma, un buon compagno per le vacanze…
Silver 3