Il romanzo “Il mistero del London Eye” racconta la scomparsa di Salim che arriva da Manchester a Londra insieme alla madre. La scomparsa avviene sulla ruota panoramica di Londra.
Il cugino di Salim, Ted, che ha una “sindrome” per cui pensa in modo diverso rispetto alle persone comuni, insieme a sua sorella Kat riesce a ritrovarlo.
In realtà il ragazzo scomparso non voleva recarsi a New York con la madre, quindi decide di fare uno scherzo, ma poi capisce che sarebbe stato troppo sconvolgente e cerca di ritornare nella casa dove c’è sua mamma. Durante la strada, trova però un imprevisto per il quale non riesce ad arrivare a destinazione.
Secondo me l’autrice vuole far arrivare ai lettori il messaggio che anche se qualcuno è diverso da noi non bisogna pensare che non sappia fare niente, anzi il più delle volte ti può insegnare cose che tu non sai.
L’autore spiega questa diversità in molte scene: quella che mi ha colpito di più è stata quando Ted va in giardino e pensa alle sue cosa meteorologiche, mentre tira dei calci a una capanna; tirati ottantotto calci gli viene in mente una soluzione sulla scomparsa del cugino, idea che coincide con quello che aveva ricavata la polizia dalle indagini, e, quindi, fa fare un passo avanti nel ritrovamento di Salim.
Di queste scene mi ha proprio colpito il modo di pensare di questo ragazzo.
Un’ altra cosa che vuole far capire Sioban Dowd è il litigare: Kat e Ted nella vita comune non stavano mai insieme e sembravano cane e gatto, ma con questo fatto del cugino sono stati più legati e addirittura sono riusciti a risolvere il caso.
Questo libro mi è abbastanza piaciuto anche se delle volte, a mio parere, ripete un po’ le stesse cose; inoltre c’è una cosa che non capivo, cioè le osservazioni meteorologiche del protagonista, che per chi non sapeva niente di meteo erano difficili.
Anche se questo giallo ha un po’ di aspetti negativi, c’è anche qualcosa di positivo, cioè che in alcuni punti è pieno di azione, per esempio quando Ted racconta la sua seconda bugia per andare ad acciuffare,secondo lui e sua sorella,il rapitore del cugino.
La parte che mi è piaciuta di più è quella dove Marcus confessa il tempo passato con Salim, e anche tutte le altre parti dove c’è la polizia.
Consiglio questo libro alle persone a cui piacciono le storie un po’ di azione ma anche a coloro a cui piacciono i romanzi un po’ tristi.
Splash#17