Incuriosita dall’assegnazione del Nobel a un autore di cui non conoscevo neanche il nome, ho letto DORA BRUDER di Patrick Modiano, e sono rimasta affascinata da questo.piccolo libro, poco più di un centinaio di pagine, senza sbavature nè sentimentalismi, eppure molto intenso, e appassionato.
In ‘Dora Bruder’ Patrick Modiano segue le tracce lasciate da un piccolo esercito di innocenti che hanno sofferto, lottato, perso la vita durante le persecuzioni naziste. E lo fa cercando di scoprire cosa è accaduto a una ragazza ebrea di sedici anni che nel dicembre del 1941 fugge dal convento presso cui studiava. Ricomparirà dopo quattro mesi, solo per andare incontro alla fine di tanti come lei in quegli anni.
“In quella città del dicembre 1941, con il coprifuoco, i soldati, la polizia, ogni cosa le era estranea e voleva la sua fine. A sedici anni, lei aveva tutti contro, senza sapere perché.”
E chi ha la sensibilità acuita da un intenso sforzo di immaginazione (scrive Modiano “Come molti altri prima di me, credo alle coincidenze e talvolta a un dono di veggenza nei romanzieri…”) è in grado di cogliere le tracce, per quanto minime, che si nascondono ancora in qualche angolo di strada, tra vecchi oggetti dimenticati, tra le carte impolverate di registri ormai in disuso.
“Ho la sensazione di essere il solo a reggere il filo che collega la Parigi di quell’epoca a quella di oggi, il solo che si ricordi di tutti questi particolari. A volte, il filo si assottiglia e rischia di rompersi, altre sere la città di ieri mi appare con riflessi furtivi dietro quella di oggi.”
La cosa più colpisce il lettore è il profondo senso di urgenza morale che spinge Modiano a scavare in un passato che pulsa ancora sotto l’opaca superficie della nostra quotidiana, colpevole indifferenza. Con uno stile limpido, scarno, privo di qualsiasi compiacimento, riesce a trasformare la storia di uno scacco – l’impossibilità di ricostruire i pensieri, la vita, le emozioni di chi ci ha lasciato – in una sentita testimonianza della necessità della memoria. Nessuno di noi dovrebbe dimenticare che se conosciamo la libertà e il benessere è perché qualcuno, prima di noi, ha combattuto per noi.
“Altri, prima della mia [e della nostra] nascita avevano patito pene di ogni sorta per consentire a noi di provare soltanto piccoli dispiaceri.”
la signora nilsson
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