Elena Ferrante “Storia del nuovo cognome”

fericona-voto-asino2icona-voto-mezzoasinoPraticamente una telenovela letteraria.

Ritroviamo Lila, sposa sedicenne, esattamente dove viene lasciata al termine de “L’amica geniale“.

Da qui prende abbrivio una densa e complicata storia basata su ingredienti noti  e collaudati: amori, tradimenti, gelosie, litigi, tensioni familiari, odi, botte, soldi, affari, ricatti, malavita, rivalità varie. Al centro di tutto ovviamente Lila, che mantiene la sua caratura di personaggio totalmente fuori dagli schemi e dalle convenzioni, di intelligenza e forza quasi soprannaturali, e per tali motivi destinata a spargere attorno a sé quasi unicamente dolori e macerie. Continua a leggere

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Elena Ferrante “L’amica geniale”

ferranteElena Greco, ormai anziana, apprende che Lila, la sua amica di una vita, è scomparsa senza lasciar traccia. E’ una scomparsa clamorosa, come clamoroso è stato il suo modo di vivere.

È a questo punto che Elena comincia a ricordare e a scrivere la storia di Lila e della loro amicizia.

Se l’inizio è promettente, il seguito supera le promesse, specie nella descrizione di Lila, a tal punto bella e ficcante da avermi rammentato quella, stupenda, della Pisana nelle “Confessioni” di Nievo (che qui tutti continuano a snobbare facendo, secondo me, malissimo).

Sfolgorante per me. Per tutti gli altri scolari Lila era solo terribile… Già in prima elementare era al di là di ogni possibile competizione… Lila era troppo per chiunque. La sua prontezza mentale sapeva di sibilo, di guizzo, di morso letale. E non c’era niente nel suo aspetto che facesse da correttivo”.

Il libro è  felice nel raccontare l’amicizia fra la magnetica e ferina Lila e la quieta, riflessiva e saggia Elena: i primi giochi, i riti e le prove di iniziazione infantile, la scuola, la scoperta del mondo (bello l’episodio della “fuga” delle due bambine che, pur vivendo a Napoli, non hanno mai visto il mare), il materializzarsi di una società civile violenta, disgregata, profondamente maschilista; un’amicizia che forse trova una sintesi nel seguente passo: “Lila scosse la testa scettica. Stava cercando di capire, stavamo tutte e due cercando di capire, e capire era una cosa che ci piaceva moltissimo”.

Il romanzo è ben scritto, con uno stile penetrante, limpido; però, poco dopo la metà, flette vistosamente. Per esempio la descrizione del fidanzamento di Lila (uno dei tipici colpi di testa della ragazza) mi è parsa appesantita, faticosa.

Interruzione brusca, che lasciava presagire un sequel, poi avveratosi, ma che non credo leggerò, salvo asinistiche raccomandazioni.

Poronga