Nell’isola di San Giulio, sul lago d’Orta, vive in una grande villa il ricchissimo (possiede 24 banche) e vecchissimo barone Lamberto. Il barone è anche malatissimo: ha 24 malattie che il suo fedele maggiordomo Anselmo, sempre attaccato al suo inseparabile ombrello di seta, sa dire tutte in ordine alfabetico.
A un certo punto, durante un viaggio in Egitto, Lamberto incontra un vecchio saggio che gli dice che “l’uomo il cui nome viene nominato non muore mai“.
Il barone, tornato a casa, prende la cosa alla lettera e assume sei persone che, dandosi il cambio, devono assicurare che il suo nome venga ripetuto senza interruzione notte e giorno in un sistema di diffusione sonora che può essere percepito, sia pure lievemente, in tutta la villa.
Lamberto giorno dopo giorno ringiovanisce, fino a tornare ad essere un baldo e vigoroso giovane che tira di boxe e nuota come un pesce; il tutto con gran dispetto dell’avido nipote Ottavio, in attesa dell’eredità.
Ci si mette in tutto ciò anche una banda di banditi, che sequestra il barone per un riscatto, mandando lettere minatorie con dentro un pezzetto di Lamberto (un’orecchia, un dito), che tuttavia ricresce sempre…
Rodari mette su una storia allegra, strampalata e piena di grazia.
Non manca ovviamente il divertimento un po’ lunare:
“Osservino signori con i loro occhi personali“.
“Lo spagnolo lo parlo ma non lo capisco“.
“Peso sessanta chili anche se ne dimostro quarantasette”.
Poronga