Stieg Larsson “Uomini che odiano le donne”

stiegNon mi posso a questo punto esimere dal parlare di uno dei pochi bestseller recenti che secondo me vale veramente la pena di leggere.

Si tratta di un bel librone con una storia complicata, ma originale, scorrevole e compatta, che ha come protagonista un libero e coraggioso giornalista che si occupa di finanza, e che va anche a finire in galera per i suoi articoli (a quanto pare in Svezia, quando si viene condannati, in prigione ci si finisce sul serio, indipendentemente da ceto, professione, nazionalità).

Il romanzo non sarebbe nulla di eccezionale se non desse vita a un personaggio davvero memorabile: Lisbeth Salander, ragazza ventenne dark, quasi anoressica, detective free-lance, irresistibile haker di sistemi informatici, gelida e apparentemente anaffettiva,: un tipo terribilmente sveglio, svelto, pericoloso (nonostante la stazza minima) che è molto meglio non avere come nemico.

Ogni volta che Lisbeth compare sulla scena si accende letteralmente la luce.

C’è anche un bellissimo finale.

A leggere questo libro mi sono divertito proprio, a differenza del secondo nel quale Larsson, per mantenere il livello di tensione, sbiella malamente (al punto che Lisbeth, presa una revolverata in testa, si tocca il cervello mettendo un dito nel foro lasciato dal proiettile…).

Mi dicono però che il terzo libro è a livello del primo.

Comunque avercene di scrittori come Larsson, che hanno il merito, specie in un paese di scarsi lettori come l’Italia, di mettere un libro in mano a milioni di persone che leggono poco o pochissimo.

Inutile dire che rispetto non solo alle varie “Sfumature” (da cui mi sono tenuto ben alla larga), ma anche a libri come il neogotico “L’ombra del vento” (bruttissimo) o il mattonazzo “Il codice Da Vinci” (un pasticcio) siamo su un altro pianeta.

Poronga

 

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