Robert Musil “L’uomo senza qualità”

muSono un po’ scosso.

Non mi è mai capitato di accostarmi a uno dei grandi classici della letteratura mondiale e di venirne respinto; per di più in modo radicale e brutale.

Ero preparato al capolavoro, sapevo di dover fare fatica, mi ci sono messo di impegno, umile e motivato, ma dopo cento pagine mi sono schiantato su questo libro che ho trovato -so di dirla grossa, ma è così- illeggibile.

Letteralmente non ho capito più della metà di quello che ho letto, mentre la parte che ho capito non mi ha detto nulla di interessante.

Insomma, uno strazio: ripartire da ogni capoverso, magari dopo aver letto e riletto quello precedente, e finire per dirsi “boh”, lottando nel frattempo contro la mente che se ne va per i  fatti suoi, non sta attenta, si distrae e pensa ad altro.

Ci sono opere, magari datatissime e strettamente figlie del loro tempo, che ci parlano, eccome, ancora oggi; ce ne sono altre che viceversa, fuori dal contesto che le ha generate, non hanno nulla da dire. Questa mi è sembrata una di quelle. Il che, di fronte a quello che viene indicato come una delle pietre miliari della letteratura di tutti i tempi, un po’ mi preoccupa.

Quindi ditemi, qual è il valore de “L’uomo senza qualità”?

O lo si può mettere fra i grandi sopravvalutati?

Poronga

Pubblicità