Richard Brautigan “Pesca alla trota in America”

braLa pesca alla trota in America è non solo ciò che “dicono le parole stesse”, ma è soprattutto una entità metafisica e multiforme che può incarnarsi in un pensiero, un paesaggio, uno stato d’animo, un ubriacone, una famigliola in vacanza.

Però a me questo libro, quasi ebbro, non ha detto praticamente nulla e, per quanto piccolo, non l’ho neppure finito. Eppure viene considerato il capolavoro di B., ed al suo apparire negli anni ‘60 ebbe pure un notevole successo. Molto meglio per me “American Dust”, di cui ho già parlato.

Per quanto trovi abbastanza ridicolo che “La Lettura”, nel recensire un libro, dia un “voto” anche alla sua copertina, devo dire che la copertina di questo libro trovo abbia una singolare grazia e mi piace molto.

Poronga

Pubblicità

Richard Brautigan “American dust”

brautL’io narrante è un ragazzino di 12 anni che vive insieme alla madre nella profonda provincia americana. Il breve romanzo ruota su un incidente che ha il ragazzo quando, assieme al suo coetaneo David, idolo della scuola locale, va in un campo a sparare con il suo fucile (allora anche i ragazzini lo potevano portare) a delle mele marce… 

Da allora non sa darsi pace per non aver optato, nell’incertezza fra  comprare le cartucce per il fucile o piuttosto un innocuo hot-dog + bibita, per la seconda alternativa.

È un romanzo popolato da personaggi strani, come il benzinaio che anziché vendere carburante vende vermi, i coniugi grassoni che vanno a pescare scaricando sul luogo di pesca e lì ricreando il tinello di casa, l’uomo della casa in riva al lago che beve e vive solo, ma è stato capace di costruirsi un pontile e una barca tanto splendidi quanto inutili (non li ha mai usati né mai lo farà).

C’è un senso nascosto, ma palpabile, di solitudine e di disperazione che mi è parsa la cosa migliore di questo piccolo libro.

Bellissima introduzione di Baricco, in stato di grazia.

B. è un autore molto singolare che almeno una visita la merita.

Poronga

Richard Brautigan “Il mostro di Hawkline: un western gotico”

brauQuesto racconto, apparentemente sconclusionato, ha in realtà una sua profondità e “un suo perché”: si ispira ai temi del noir e del western con una vena che non definirei umoristica ma disincantata, documentata e coinvolgente. Un po’ come le acrobazie dei clown, che sono apparentemente goffe e fanno divertire, ma che richiedono per essere bene eseguite una preparazione e una sicurezza non comuni. Qui due “pistoleri”, Greer e Cameron, vengono assoldati da una miss Hawkline, che poi diventano due miss Hawkline, per uccidere (è il loro lavoro) un fantomatico mostro che si annida nella caverna di ghiaccio sottostante l’abitazione e che combina marachelle, alcune spassose, altre drammatiche, come la sparizione del padre delle sorelle (?) Hawkline. I due sono professionisti seri, per loro uccidere un mostro è una quisquillia, non desta alcuna preoccupazione, lo farebbero in due minuti se non fosse per le distrazioni erotiche imposte loro dalle due Miss, distrazioni che peraltro vengono anch’esse affrontate e sbrigate con naturalezza e in modo molto professionale. Non conoscevo Brautigan, ora penso che fosse affetto da una sana follia, ma certamente sa farsi leggere, certo è un racconto leggero, ma spassosissimo e intrigante. Nella seconda parte, un piccolo capolavoro è rappresentato dalle riflessioni e dalle azioni dell’ombra del mostro (sì, il mostro ha anche un’ombra), che si è stufata di dover seguire sempre il suo padrone, e cerca in ogni modo di favorire l’azione dei due giustizieri. E semplicissima e in linea con i personaggi è la conclusione della caccia al mostro, anche se non era impossibile da prevedere. Insomma, per me una divertente scoperta e una evasione dagli schemi narrativi a cui sono abituato. Silver 3