Carlo Fruttero e Franco Lucentini “A che punto è la notte”

frutteUn intraprendente parroco che dedica messe ai “Fratelli transessuali” o alle “Sorelle puttane” salvo poi deviare verso riti e pratiche in odore di eresia; una viceparroco donna (e alcolista); una variopinta congrega di fedeli non priva di bizzarri elementi; un misterioso venditore di matite; un sinistro ingegnere della Fiat; un cero che scoppia; il pensoso commissario Santamaria; il gigionesco commissario De Palma; la sognante assistente di polizia Pietrobono (spassosissima); un dispotico editore (spassosissimo pure lui) e i suoi redattori-vittima; una benestante e fascinosa donna della Torino bene, la sua bella e lunare figlia Thea e il suo galante fidanzato Graziano, Porsche-montato in odor di mafia; l’Arcivescovo di Torino (qui F&L sono magistrali); una quantità di comparse. E, naturalmente, la Fabbrica Italiana Automobili di Torino con i suoi solerti e liturgici funzionari (altro pezzo di sopraffina bravura della Ditta).

In questo contesto fortemente rappresentativo della Torino degli anni ’70 e ’80, F&L disegnano un complicata trama, sciorinando anche una conoscenza della storia dei movimenti eretici cristiani che mi è parsa di rilievo, nonostante che la mia ignoranza al riguardo abbia poche lacune; i due si divertono anche a mettere in scena una curiosa collaborazione fra Graziano e le Forze dell’Ordine…

Insomma, i Nostri dimostrano classe da vendere, anche se il romanzo mi è parso per alcuni versi un po’ pesante e per altri difficile da seguire.

Poronga

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