In genere i primi libri che aprono una “serie” sono fra i migliori. Ho riprovato con questo scrittore che pure non mi aveva entusiasmato (se ne è già parlato sul sito a proposito di un romanzo più recente, “Prestiti scaduti”), ma è stata una vera delusione.
In questa sua prima comparsa il Commissario Costas Charitos risulta un tipo abbastanza rozzo e stucchevole: tratta male i suoi collaboratori, definisce “lesbiche” le donne che gli stanno antipatiche, ha un rapporto abbastanza demenziale con la moglie (che fa l’amore con lui solo per farsi comprare un paio si scarpe costose…) , si lamenta in continuazione (ha volta a volta mal di testa, la nausea, è distrutto, morto di stanchezza, ha gli incubi ecc.) è fissato col meteo (sempre schifoso), ha idee balzane del tipo che “tutti i giovani dovrebbero essere obbligati, dopo il servizio militare, a fare sei mesi di prigione per completare la loro formazione”. Per di più ha metodi quantomeno sbrigativi (“O me lo dici con le buone o ti porto dentro e inizio a suonartele”). Continua a leggere