Francesco Piccolo “Il desiderio di essere come tutti”

pic.pngicona-voto-asino2icona-voto-asino2icona-voto-mezzoasinoDopo aver letto lo spassoso e tutt’altro che banale “Momenti di trascurabile felicità” non mi aspettavo questo singolare libro (premio Strega 2014) che, in sintesi, è dedicato a ribaltare la affermazione secondo cui “Tutto quello che succede nel mondo non succede a te personalmente”.

Per Piccolo è esattamente il contrario: “Da un certo punto della mia vita in poi, la vita pubblica e la vita privata si sono equivalse, e poi si sono confuse“; “Non sono più riuscito a percepire in me una vita privata, se non legata in modo indissolubile ciò che accadeva nel Paese; e non sono mai più tornato indietro”.

Si susseguono quindi una serie di racconti: l’epidemia di colera del 1973, lo scandalo Lockheed e le dimissioni dell’allora Presidente della Repubblica, poi risultato innocente, il golpe in Cile e il contemporaneo lancio da parte di Enrico Berlinguer della linea del compromesso storico, il rapimento Moro, l’andata al potere di Craxi, la definitiva rottura PCI-PSI consumata con i fischi a Berlinguer al congresso socialista del 1984, la di poco successiva morte del leader comunista, l’egemonia socialista, mani pulite e il lancio di monetine contro Craxi all’hotel Raphael, il governo Prodi, quello D’Alema, Berlusconi e il berlusconismo. Tutte cose viste non solo come fatti collettivi ma anche personali, e strettamente intrecciati a episodi della vita dell’autore.

Al di là delle convinzioni politiche di Piccolo, uomo dichiaratamente di sinistra (“mi sembrava -mi sembra anche adesso- che essere stati comunisti in Italia era qualcosa di cui non ci si doveva vergognare, anzi bisognava esserne orgogliosi“), circola nel libro una genuina passione civile frammista a un modo di vedere le cose fortemente personale, che peraltro spesso non mi sembra di avere compreso appieno.

Anzi, per dirla più franca, in diverse parti il libro mi è sembrato un po’ confuso, affastellato; però l’ho letto abbastanza volentieri e gli attribuisco anche il merito di avermi fatto venire la voglia di andarmi a rivedere qualche cronaca dell’epoca.

Bel ritratto della moglie.

Insomma, luci ed ombre in un libro interessante e generoso.

Poronga

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