Gianrico Carofiglio “Le tre del mattino”

caro.pngicona-voto-asino2icona-voto-mezzoasinoEinaudi: Ciao, caro Gianrico.

Carofiglio: Ciao, caro editore. Come mai mi chiami?

E: E’ un po’ che non ci dai nulla, e allora ho pensato di sollecitarti.

C: In effetti ultimamente non ho avuto nessuna buona ispirazione. Tu cosa avevi in mente?

E: Guarda, pensavo a un romanzo agile, massimo 150 pagine, su un tema che ultimamente va molto, il rapporto fra un padre e il figlio adolescente. E risalire un po’ indietro nel tempo, tipo gli inizi degli anni ’80. Darebbe più fascino alla storia.

C: Non è certo una storia originale, bisognerebbe trovare qualche elemento di novità. Per esempio, concentrare la vicenda in un tempo molto ristretto. Una situazione di stress, magari per una malattia del padre.

E:  Il pubblico si commuove di più per le malattie dei giovani.

C: Allora potrei pensare a un ragazzo malato di epilessia. Malattia misteriosa, soggetta a pregiudizi, ma anche parecchio romantica e comune a molte personalità geniali. E magari, per dare un senso di distacco e facilitare il dialogo fra padre e figlio, ambientare la scena in una città che con l’epilessia vada a braccetto: Marsiglia, città torbida, equivoca e affascinante.

E: Ottima idea. Ma perché vanno a Marsiglia?

C: Ovvio, perché c’è il miglior specialista europeo di epilessia. Ma qui succede un imprevisto: il ragazzo, per certe analisi, deve stare sveglio per 48 ore di fila. Il padre ovviamente sta sveglio insieme a lui, e questo scatena una serie di dialoghi e confidenze mai avuti prima.

E: Questo espediente è fantastico, sarebbe il punto di forza del romanzo. Forse non ha una vero fondamento medico, ma letterariamente è ottimo. Sono sicuro che persino certi pedanti rompipalle dei forum che pomposamente si definiscono ” di libera critica letteraria ” lo apprezzerebbero. Sai, quelli non possiamo controllarli come facciamo con i critici dei giornali. Ma prima di arrivare al punto cruciale dimmi qualcosa di più sulla famiglia del ragazzo. Come la vedi?

C: Beh, pensavo a una famiglia di intellettuali, professori universitari, magari il padre matematico e la madre storica dell’arte.

E: Bene, così mettiamo insieme le due culture. Senti, visto che il padre è un matematico, mettici qualcosa di abbastanza noto, tipo l’ultimo teorema di Fermat e il Gauss bambino prodigio, insomma qualcosa che possa lisciare il pelo a chiunque abbia guardato qualche puntata di Superquark. Però non metterci equazioni, sai che quelle stroncano le vendite. Insomma, qualcosa di apparentemente profondo ma non troppo difficile, così si sentono intelligenti e alla fine del libro sono compiaciuti di se stessi. Noi vogliamo lettori soddisfatti, non lettori frustrati.

C: Sì, ci lavoro. E la madre storica dell’arte mi dà l’opportunità di parlare di pittura. E poi naturalmente esprimerò anche i miei gusti raffinati in fatto di musica, letteratura e cinema.

E: Giusto, al pubblico piace sentirsi partecipi di un mondo di raffinati intellettuali. Eh eh, épater le bourgeois!.

C: Potrei metterci una poesia di Kavafis

E: Ma ormai è come il prezzemolo!

C: Oggi sì, ma agli inizi degli anni ’80 non se lo filava nessuno, se non pochissimi coltissimi raffinatissimi intellettualissimi. Dato che la storia sarà raccontata, oggi, dal ragazzo diventato adulto, potrei far notare che oggi è così ma allora era cosà. Una specie di intervento della voce narrante per indirizzare il lettore nella giusta direzione. E’ un espediente che ha usato anche Shakespeare nel Sogno.

E: Eh bravo, ma lì a usarlo erano quegli scalzacani di attori dilettanti!

C: Va bene, non sottilizziamo.

E: E dato che sei in Francia e tu fra l’altro sei un buongustaio, dacci dentro anche con vini e formaggi. Ma adesso veniamo alla parte centrale. Come vedi il rapporto fra padre e figlio?

C: Beh, naturalmente i due finora si sono parlati pochissimo, il padre si è separato dalla madre andando via di casa quando il figlio era bambino e quindi in quelle 48 ore i due fanno veramente conoscenza per la prima volta. Per far vedere quanto il ragazzo è lontano dai genitori, il padre potrebbe raccontare come ha conosciuto la madre. Quale figlio non ha sentito raccontare questa storia decine di volte? Se il mio ragazzo non l’ha mai sentita, c’è veramente malessere.

E: Sì, è una buona idea. Ma  a parte il padre e la madre, dato che il ragazzo è adolescente, dacci dentro col sesso.

C: Il padre potrebbe raccontare al figlio la sua prima esperienza sessuale.

E: Mettici anche due lesbiche. Le lesbiche tirano molto.

C: Lesbiche… ok, ho preso nota.

E: E poi naturalmente, , ci devi mettere la prima scopata del ragazzo, se no che romanzo di formazione è?

C: Quella ce la metto di sicuro. Però come sei provinciale a dire ” romanzo di formazione “! Noi diciamo ” Bildugsroman “. E comunque ci vuole qualcosa di più shockante per segnare l’eccezionalità dell’evento… Ci sono! Cosa non farebbe mai un padre con il figlio? E cosa non farebbe mai un figlio col padre? Entrare in un porno shop! E io invece ce li faccio entrare!

E: Bel colpo! Senti, i tuoi lettori sanno che sei un ex magistrato. Dovresti trovare il modo di farci entrare, almeno di sfuggita, la mafia e la ‘ndrangheta.

C: A Marsiglia? Va bene, se proprio ci tieni troverò il modo.

E: E naturalmente una spruzzatina qui e là delle tue frasi a effetto. So che ne tieni sempre qualcuna di scorta.

C: Sì, ma non posso mica spararmele tutte in un colpo. Fammi prendere il taccuino … ecco qui, questa potrebbe andare bene per un attacco di epilessia ” Avevo un copriletto azzurro chiaro, quasi celeste. D’un tratto, quel colore tenue e rilassante divenne minaccioso, prese vita, balzò verso di me come un’entità psichedelica e mi attraversò con irreale violenza. Subito dopo, ancora dal copriletto, si diffuse un fascio di luce, una specie di arcobaleno, prima azzurro, poi blu, giallo e di altri colori fino a diventare di un bianco accecante che si trasformava in una serie di scie luminose. ” Come ti pare?

E: Se devo dirti la verità, più che una crisi epilettica mi sembra Incontri ravvicinati del terzo tipo.

C: Ma non era ancora uscito!

E: Aspetta che guardo su Google… è del 1977, vedi, era già uscito.

C: OK, vedrò se usarla o meno…. Mi sono annotata questa ” I panorami, anche i più belli, dopo un poco diventano stucchevoli

E: Sembra sant’Agostino. Dai che puoi fare di meglio.

C: Questa ti piacerà di sicuro “ Il termine della notte si percepiva come un presagio. Dopo, come ogni mattina, nulla sarebbe stato più lo stesso. ” Spero che apprezzerai che in una sola riga mi faccio un baffo di Céline e di Robert Oppenheimer.

E: Non devo apprezzarlo io, devono apprezzarlo i tuoi lettori. Ricordatelo sempre.

C: Bene, mi metto al lavoro. Mi è già venuto in mente come finire il libro, con un epilogo di quelli che lasciano i lettori a bocca aperta e gli fanno pensare ” Ostia, chi l’avrebbe mai detto! ” Però questo non te lo dico, sarà una sorpresa anche per te. Oggi è lunedì, penso che venerdì potrò mandarti il manoscritto.

E: Ok, ci conto.

Traddles

2 thoughts on “Gianrico Carofiglio “Le tre del mattino”

  1. Riuscite a immaginare 165 pagine di acqua fresca che vi scorrono addosso (in un tempo brevissimo per fortuna) senza lasciare alcuna traccia? Anzi, no, lasciano una fastidiosa irritazione per le numerose, casuali e gratuite “citazioni” che paiono buttate lì tanto per far bella figura… Da Tex a Fermat, dall’Uomo Ragno a Kavafis, e poi Miles Davis,Il Conte di Montecristo, l’insulsa barzelletta dell’astronomo, il fisico e il matematico… Insomma, un po’ meno del nulla.
    Unica (magra) consolazione, si riesce ad avere una parvenza di visione di Marsiglia, delle sue strade malfamate, dei suoi personaggi… anche questi frettolosamente descritti, come tutto il resto.

    Silver 3

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