Pierre Lemaitre “Ci rivedremo lassù”

lemaL’anatema di  Poronga (verso i critici e i premi letterari in genere N.d.R.) colpisce ancora!

Questo romanzo di Lemaitre ha vinto in Francia il premio Goncourt, ma a mio parere la surreale vicenda narrata non riesce mai a decollare, a tenere viva l’adrenalina del lettore, in una parola a distinguersi e a farsi leggere, come invece succede per altri, altrettanto surreali, racconti di questo autore, ad esempio “Lavoro a mano armata” di cui ho avuto  modo di scrivere per l’Asino.

L’inizio della storia si colloca in Francia, nella fase finale della prima guerra mondiale dove il malvagio tenente Pradelle (malvagio e astuto per giunta), manda a sicura morte il protagonista Albert, di umili origini, che aveva casualmente scoperto una terribile malefatta del Pradelle e che avrebbe quindi potuto denunciarlo alle autorità militari per una sicura pesante condanna, probabilmente capitale. Il destino vuole che, altrettanto casualmente, Albert venga salvato da un altro soldato semplice, però di origini aristocratiche, Edouard, che, in questo salvataggio viene però orribilmente e perennemente sfigurato. A sua volta Pradelle vede il salvataggio e da qui ha origine la storia che si svolge attraverso continui cambi di scena, in cui entrano l’amicizia, la riconoscenza, l’amore, l’astuzia, la malvagità, l’arroganza e molti altri sentimenti, forse troppi. Quello che non convince è la mancanza di profondità dei personaggi, che a me paiono appena abbozzati, scolpiti con l’accetta, capaci solo di reazioni o scontate o inverosimili al punto da far fatica a girare le pagine. (per onestà intellettuale devo dire che l’ho letto su e-reader, cosa che non mi piace per niente, e questo può aver influito sul non piacere di questa lettura e sulla mia percezione finale).

Beh, comunque in conclusione, a ognuno il suo: meglio un onesto Lemaitre che scrive noir  piuttosto che un Lemaitre da premio letterario.

Silver 3

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