James Hillman, l’autore del CODICE DELL’ANIMA, scrive a settantatre anni LA FORZA DEL CARATTERE: vuole dimostrare che la vecchiaia NON è un periodo in cui si assiste passivamente al farsi decrepito del corpo nel corso di un lento, ineluttabile approssimarsi della morte. La tesi sviluppata con passione è piuttosto che la vecchiaia abbia un valore IN SÉ che, per di più, nulla a che fare con la preparazione, l’attesa o il dialogo con la morte.
Con T.S.Eliot («i vecchi dovrebbero essere esploratori») James Hillman sostiene che la vecchiaia sia il tempo di una grande avventura, molto diversa dalle incursioni esplorative dei giovani in un mondo ancora ignoto o dalle pragmatiche intenzioni costruttive di anni più maturi. Si tratta, dichiara provocatoriamente Hillman, dell’ «avventura della lentezza», in cui ci si muove in un mondo popolato di ombre e Memorie, passando in rassegna la propria vita e mettendovi ordine, e pace, affinché il passato, riorganizzato sotto forma di storie, possa acquisire un valore universale e archetipico.
LA FORZA DEL CARATTERE è un libro entusiasmante per la libertà e la forza dell’immaginazione creativa con cui è scritto. I vecchi, bisbetici, irritabili, eccentrici, testardi, raccontati senza pudore nella loro infermità corporea, diventano agli occhi di James Hillman e dei suoi rapiti lettori, «poesia fatta carne», immagini dell’ «irresistibile intensità dell’anima». Perché invecchiare è «una necessità della condizione umana; ed è l’anima a volerlo».
Commuovono i versi di W.B. Yeats
«Ben misera cosa è un vecchio
Un mantello stracciato sopra uno stecco a meno
Che l’anima non batta le mani e canti, canti più forte
Per ogni brandello della sua veste mortale»
ma soprattutto un lungo, liberatorio sospiro di sollievo accompagna la lettura di queste pagine in cui un grande vecchio ci convince degli impensati segreti, degli struggenti lirismi e delle travolgenti passioni che popolano il mondo nell’ultima fase della nostra vita.
la signora nilsson
Se volete sapere cosa intende Hillman quando parla di “forza del carattere” e avere una dimostrazione del senso di serena pienezza che offre quando lo si porta a compimento, provate a leggere le belle pagine dell’intervista che Simone Caltabellota ha fatto a Manlio Cancogni, nel 2013. Lo scrittore, ultranovantenne, parla di sé, di letteratura e del secolo appena trascorso con sorridente leggerezza e pacato equilibrio, e guarda al mondo che sa di dover presto lasciare con raro ottimismo e benevolenza. il libretto, edito da elliot, s’intitola “Tutto mi è piaciuto”, la risposta alla domanda “C’è stato qualcosa nella vita da cui sei stato deluso?” “No” risponde Cancogni “Tutto mi è piaciuto”.